“Transporter Extreme”

Nuovo giro, nuovo pezzo. E ancora cinema.

Ho visto “Transporter Extreme” di Louis Leterrier.

Premetto che non ho niente contro il genere “commerciale”, solo trovo inaccettabile che si possa utilizzare tale scelta di genere come una giustificazione per tutto, dove con il termine “tutto” intendo una lunga serie di “motivazioni” cinematografiche gratuite, inverosimili e farsesche.

Passi, nel film in questione, la solita trama di fanta-terrorismo basata sul contagio di virus mortali.
Passi il taglio dei personaggi, degno del migliore (o peggiore) videogame stile Puzzle-Bubble.
Passino le sequenze di combattimento, che fanno impallidire quanto visto in “Terremoto nel Brox” nel periodo di massimo splendore di Jackie Chan. O almeno dovrebbero, visti gli effetti speciali degni di “Highlander 2”.
Passino le prestazioni recitative di Jason Statham e di Alessandro Gassman, degne di due statue di cera immerse nello stoccafisso.
Su tutto ciò si potrebbe anche sorvolare ma quando il corriere, guerrigliero ex-servizi segreti stile sopravvissuto, si mette in posa scimmiottando la postura di un grande maestro di arti marziali, è evidente che qualcosa non va.
E quando un’Audi A8 W12 riesce a compiere in volo una rotazione a 360° sul proprio asse longitudinale grazie ad una piccola rampa, ed allo stesso tempo, nella posizione di metà giro, aggancia il detonatore posto al di sotto di essa al braccio di una gru liberandosene e finendo con l’atterrare in posizione perfettamente composta senza il minimo segno di carrozzeria, allora no, abbiamo proprio superato qualunque limite accettabile (e non) di cinema d’azione di seppur infima caratura.
Ok, ce l’ho con il genere “commerciale”. (Così tanto che da ora in poi certe visioni non verranno nemmeno prese in considerazione per la stesura di una recensione).

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