Versi dimenticati

Mi ero proprio scordato di loro.
Li avevo scritti diversi anni fa, per gioco ovviamente. Ma non tutti gli scherzi vengono per nuocere: questi versi mi permettono di dire “l’ho fatto” e sono una dicitura in meno nella lista delle cose che voglio assolutamente fare in vita mia.
Avanti il prossimo…

 

Sapete or voi che in Antico Testamento,
molti fatti abbandonati già venner così al vento?
Recuperarli mi preme in questo documento,
in rima li scrivo ed a voi ‘sì li presento:
si sa che in sei giorni Dio il mondo creò,
ed alla settima Luna a riposarsi pensò.
Sua ultima opera uomo e donna decise,
Adàm’e Lilìth i ver nomi ch’a lor egli mise.
Il quinto giorno ei con argilla compose,
di fiducia in essi conservava gran dose.
Alla donna questo verbo disse poi Dio:
“al voler dell’uomo ubbidisci ‘n nome mio”.
Ma la donna da quest’ordine assai allibita,
giurò non ubbidir n’andasse la sua vita.
Dal Paradiso assai presto cacciata ella fu
e rifugio cercò nel tetro reame di giù.
Dio invece gran speranza mantenne,
infatti nuova donna ad Adamo pervenne.
Promessa e’l nom’Eva a lei attribuì,
alla quale la donna stavolt’acconsentì.
“Felici e beati vivete in questo Paradiso,
ma’l frutto proibito non volgete’l vostro viso”.
Sembra facile a dir ma’l difficile è a far,
ed il sacro poter ella volle conquistar:
il frutto della sapienza essi mangiarono,
el’ Dio indispettito facilmente s’inimicarono.
Sull’amara terra venner tosto cacciati,
dove i loro figli il futur vedrà generati.
La stirpe umana aveva sì misera origine
che’l di demon’ parlar m’incute or vertigine.
Sperduta Lilith senza meta s’andava
ed un triste destino già lei prospettava.
Giunse all’Inferno e bussovvi con mano
chiedendo ospitalita’l di lì gran sovrano.
I due assai presto divenner più ch’amici,
ed a tutto anteposer il lor esser felici.
Di lor unione assai ricca fu la prole
e le fila di Lucifer crebber a gran mole:
demoni e diavoli riempiron l’Inferno
ed un compito da svolger ebber press’Averno
Ad ogni girone attribuito’l suo punitore
or conoscerlo può chi è di natur peccatore.

Ne esiste anche un’altra versione, con alcune lievissime modifiche (conservate per simpatia, ma ritenute meno eleganti).

Sapete or voi che in Antico Testamento,
molti fatti abbandonati già venner così al vento?
Recuperarli mi preme in questo documento,
in rima li scrivo ed a voi ‘sì li presento:
si sa che in sei giorni Dio il mondo creò,
ed alla settima Luna a riposarsi pensò.
Sua ultima opera uomo e donna decise,
Adàm’e Lilìth i ver nomi ch’a lor egli mise.
Il quinto giorno ei con argilla compose,
di fiducia in essi teneva gran dose.
Alla donna questo verbo disse poi Dio:
“al voler dell’uomo ubbidisci ‘n nome mio”.
Ma la donna da quest’ordine assai allibita,
giurò non ubbidir n’andasse la sua vita.
Dal Paradiso assai presto cacciata ella fu
e rifugio cercò in quel tetro reame laggiù.
Dio invece gran speranza mantenne,
infatti nuova donna ad Adamo pervenne.
Il nom’ Eva e la promessa a lei attribuì,
alla quale stavolta tal donna acconsentì.
“Felici e beati vivete’n Paradiso,
ma’l proibito frutto non volgete’l vostro viso”.
Eppur ambizion ‘ei non seppe misurar,
e’l divino poter bramaron di conquistar:
del frutto di sapienza si nutrirono,
el’ Dio indispettito facilmente s’inimicarono.
Sull’amara terra venner tosto cacciati,
dove i loro figli in futur saran generati.
La stirpe umana aveva sì misera origine
che’l di demon’ parlar m’incute or vertigine.
Sperduta Lilith senza casa se n’andava
ed un triste destino a lei prospettava.
Giunse all’Inferno e bussovvi con mano
chiedendo ospitalita’l di lì gran sovrano.
I due assai presto divenner più ch’amici,
ed a tutto anteposer il lor esser felici.
Dalla lor unione numerosa fu la prole,
e’nfiniti diavol vider la luce del sole:
demoni e diavoli riempiron l’Inferno
ed un compito ebber da svolger press’Averno.
Ad ogni girone attribuito’l suo punitore
or conoscerlo può chi è di natur peccatore.

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