Ktm 990 Supermoto R Akra – Il MOSTRO

Prima di scrivere questo post ho preso un po’ di sana razionalità giornalistica e ne ho fatto carta straccia.

Ma chi l’ha guardata la strumentazione della 990?
L’ergonomia?
L’estetica?
Il consumo?
Il prezzo?
A cosa servono valutazioni su questi fattori, quando dai gas ed inizi veramente a realizzare cosa significhi infrangere la barriera del suono?

Vale una sola considerazione: la 990 è veramente il Mostro che dicono che sia.

Da Moto

Perché quando apri l’acceleratore si spalancano davvero le porte dell’Inferno: il twin Ktm scarica cavalli con una veemenza quantomeno inusitata. Fin dai primi metri, fin dai primissimi giri motore. Ancora prima: nel solo gesto di lasciare la frizione. La corsa della leva è cortissima, il cambio non da meno, ed entrambi i comandi rispondono con una morbidezza inverosimile: farebbero da sè se potessero, al conducente è lasciato solo l’onere di tenere -ben stretto- il manubrio. Perché la velocità aumenta con un certo ritmo, dove la formula “un certo” costituisce un eufemismo quantomeno minimalista. A quel punto i km/h non hanno più senso (mai avuto la lontana idea di guardare il tachimetro): sono le distanze davanti alla ruota, che si riducono sempre più velocemente, a costituire il vero problema. Un problema non da poco, perché vanno valutate sempre più rapidamente e con crescente freddezza. Croce o delizia? Atroce difetto o sublime piacere? Ai posteri. Non da meno i riferimenti laterali, quelli lungo i contorni destro e sinistro del casco, che schizzano via ad un ritmo sempre più frenetico.

A memoria, l’erogazione non è brusca e scattante come sulla Dorsoduro in modalità Sport, ma la quantità di Kgm sprigionata dalla 990 fa sembrare la motard Aprilia un monopattino elettrico. Ovvio che il confronto ha senso fino ad un certo punto, ma i dati di fatto non cambiano: con la Dorsoduro non si stacca la ruota anteriore da terra semplicemente chiedendo verve. Con il mostro ciò è possibile -ho avuto la fortuna di esserne testimone- e probabilmente c’è motore per scherzetti del genere anche in terza. Il vero brivido è chiedersi cosa possa accadere in caso di asfalto non perfetto, con buche, avvallamenti o tombini. Oppure, ancora peggio, a centro curva. Sempre per esperienza, posso però testimoniare che gomme e ciclistica fanno (hanno fatto) un gran lavoro per tenere in strada sbacchettamenti allo sterzo causati da una mano magari un po’ troppo spavalda. Infine, che le pinze dei freni siano ad attacco radiale, neanche a dirlo, si sente lontano un miglio, nel senso che i brembo di serie sono in grado di arrestare tanto impeto con altrettanta decisione ed un’ottima prontezza.

Ci sarebbe anche da dire che la 990 è pure leggerissima e veramente svelta, sia in curva che in discesa in piega, eppure, per una volta in sella, ammetto di aver gioito del solo piacere di tenere il toro per le corna lungo quelli che in altre circostanze sarebbero stati dei noiosissimi rettilinei.
Certo che a ripensarci, venir sparati fuori dalle curve in monoruota con un mostro del genere tra le gambe suona veramente allettante…

Da Moto

(Che poi una 990 costa 12.000 euro o giù di lì, ma lo sguardo di un vecchietto al semoforo, vecchietto che si volta perchè uno si sta sbellicando sotto il casco per l’estasi, non ha proprio prezzo…).

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