Non ce la facevo più.
Sono stati cinque mesi lunghi ed interminabili, mesi in cui ho sentito la voglia ed il desiderio crescere giorno dopo giorno.
Si chiama ossessione, e non c’è altro modo di liberarsene se non dandole sfogo.
La mia ossessione ha un nome ancora più specifico e si chiama “cercare sempre il fondo dell’acceleratore” [cit.]. Inutile dire che 150 cavalli sono un vero piacere dei sensi, oltre che una panacea per ritrovare temporaneamente equilibrio e serenità…
Da Moto |
Ad 8000 giri di strumento, si apre la sfida a 150 sferzate di potenza massima.
Quando loro iniziano a fare la voce grossa e a tirare forte sullo sterzo tu ti opponi facendo sempre più forza su polsi e avambraccia. Vinci se in quel caso riesci a tenere aperto il gas, o magari ad aprire ancora di più. Cosa niente affatto semplice, per chi non è abituato all’iperspazio…
Eppure veemenza non è sinonimo di violenza: la dolcezza con la quale inizia il gioco di forza tra il pilota ed il twin resta l’elemento di maggior stupore di questa nuova Kappa e valorizza ulteriormente la performance offerta nella parte alta del contagiri. Il Mostro e il Diavolo (la 990 e la Dorsoduro 1200) suggeriscono dai primi giri motore che qualcosa di quantomeno aggressivo scalpita tra le gambe del pilota. Con la Adventure, invece, l’unico colpevole dei suoi guai è il pilota stesso. Anche in modalità Sport (la mappa media, per intenderci) l’erogazione del 1200 è sempre morbida e vellutata. Forse ai medi regimi questo twin restituisce qualcosa meno degli altri due bicilindrici ma, differentemente da questi, non strappa e non morde.
La seduta è confortevole, niente a che vedere con la posizioni di guida tipo da supermotard, ma permette una grande padronanza del mezzo. Si può anche cercare una guida in piega, prima volta su un endurona. La maneggevolezza va anche oltre ed, inaspettatamente, asseconderebbe persino una conduzione di spigolo invece che di sole traiettorie ben raccordate. (“Sempre più stupefacente questo nuovo K-balocco…”)
L’elettronica è presente a profusione, ma non dà segni della sua esistenza se non attraverso una piccola spia sulla strumentazione (l’inesorabile controllo di trazione che lampeggia). Se non fosse che la centralina contiene pure le indispensabili mappe di anticipo, tutta la sensoristica, e soprattutto quelle frecce senza affondamento, potrebbe anche essere direttamente cestinata, visto l’ottimo livello di performance offerto dal gruppo telaio, sospensioni e freni.
Un vero plauso agli austriaci per la quadratura del cerchio: la moto che fa tutto, fuoristrada compreso, e fa tutto benone, esiste, e si chiama Adventure 1190.
Bravi, ora datemi la 1190 SMR.
Datemela, datemela, datemela.
La voglio, la voglio, la voglio.
P.S. Ho litigato -e non poco- con il cambio, con l’innesto della seconda per la precisione.
Ma è tutta colpa sua (magari della fase di rodaggio)!