In questa circostanza volevo stendere un post che mi aiutasse a mettere in ordine le necessità da tenere in considerazione per perseguire il mio obiettivo personale di diventare un buon cameraman o anche solo un affidabile addetto al comparto riprese. Ho cercato di far convergere in queste poche righe esperienza, accademia e buon senso.
Magari per cominciare può andare bene…
1 – LA SCELTA DELL’INQUADRATURA.
Chiaramente la maggior parte del lavoro di questo tipo viene svolta a tavolino, ed ad occuparsene sono principalmente sceneggiatore e direttore della fotografia, ma ci sono alcuni aggiustamenti di fino che vanno effettuati direttamente sul campo la cui risoluzione ottimale è conseguenza (solitamente) del rispetto di questi consigli…
A – Tranne in rari casi ed in determinate situazioni, la simmetria è sconsigliata, perchè ritenuta simbolo di artificiosità ed innaturalezza.
Il viso a centro campo, come tutti sanno, ha inoltre un impatto fortemente marcato e può essere assecondato solo con toni narrativi molto forti. Se ne consiglia, pertanto, un uso molto attento.
B – Nei campi medi o anche più stretti, tagliare una piccola parte delle testa degli attori non è un errore, ne un elemento di particolare fastidio per lo spettatore. Molto spesso è ritenuto anche più opportuno che non lasciare una quantità eccessiva di “cielo” “aria”. In realtà le scelte pertinenti questa situazione vengono effettuate in modo da tenere il triangolo occhi bocca nel mezzo della verticale dello schermo (in modo da sottolineare l’espressione del viso) con il grado voluto di ingrandimento. Questo effettivamente può portare alcune parti della testa fuori dal quadro…
C – Anche leggeri movimenti degli attori di tipo casuale o di caratterizzazione del personaggio che portano parti del loro corpo fuori dall’inquadratura (come per la mani che afferrano qualcosa fuori campo) non disturbano, purchè -chiaramente- la regia non voglia dare peso all’azione stessa con inquadrature successive.
2 – I POTENZIALI DISTURBI.
A – L’illuminazione.
Molto spesso finestre, lampade o qualunque altra fonte di luce creano spiacevoli zone bianche nel girato -spesso difficili da valutare senza l’obiettivo- che devono essere evitate. Nella maggior parte dei casi è sufficiente un buona organizzazione del set o degli angoli di ripresa per risolvere adeguatamente questo problema.
Si consiglia di porre particolare attenzione anche alle riprese svolte in zone di scarsa illuminazione: inutile ricordare che l’obiettivo risponde alla luce in piuttosto diverso dall’occhio umano.
E’ inoltre molto importante tenere presente che un corpo in movimento che passa molto vicino all’obiettivo toglie molta luce allo stesso e che quindi nella ripresa possono comparire antiestetici effetti ombra: si consiglia di evitarli con un attento studio dei movimenti.
Le variazioni di luminosità in generale, specie se molto repentine, possono portare spiacevoli effetti scenici: una nuova luce che viene accesa, una finestra che viene aperta. Tutti questi effetti, se non correttamente supportati da un attento studio dell’illuminazione artificiale di scena, possono avere conseguenze tragiche sulla qualità del girato.
B – La messa a fuoco.
Anche se automatica (soprattutto se automatica), la messa a fuoco può essere fonte di altri effetti indesiderati. Ciò accade principalmente quando i movimenti di oggetti o soggetti portano ad avvicinamenti o allontanamenti troppo repentini nella retta di acquisizione dell’obiettivo. Allo stesso tempo, variazioni troppo improvvise della profondità di campo comportano un aggiustamento della messa a fuoco dell’obiettivo di pochi decimi di secondo, sufficienti a creare disturbo per l’osservatore.
C – Il bilanciamento del bianco.
Condizioni diverse o irregolari di luminosità ed effetti di eccessiva saturazione del colore possono essere smorzati tramite un attento bilanciamento del bianco, ma si consiglia di porre particolare attenzione ad aggiustamenti di questo genere, in quanto si va a modificare direttamente la temperatura di tutti i toni, con il rischio di introdurre pesanti elementi di disomogeneità e discontinuità cromatiche.
D – Si raccomanda particolare attenzione all’uso del display delle videocamera per il girato. Molto spesso il campo ripreso dall’obiettivo è più ampio di quanto non visualizzato sul display integrato. Onde possibile, si consiglia di girare con uno strumento di visualizzazione esterno dalla maggiore risoluzione.
3 – GLI ERRORI.
A – La videocamera deve rimanere perfettamente fissa (usare sempre il cavalletto quando possibile) o deve muoversi con movimenti fluidi, ordinati ed organizzati con opportuna sincronia, in modo da assecondare correttamente i movimenti di scena.
B – L’utilizzo dello zoom è altamente sconsigliato, se non in particolari situazioni narrative, nelle quali l’utilizzo moderato dell’ingrandimento descrive situazioni in evoluzione o toni molto forti.
C – La continuity. I blooper, benchè passino spesso inosservati, sono ufficialmente degli errori e come tali vanno evitati. In mancanza di un addetto alla continuity, si consiglia all’operatore di cercare di tenere quanto più presente possibile la costruzione visiva della scena.
D – Gli attori, nel loro gesticolare, finiscono spesso per coprirsi il viso interponendo tra quest’ultimo e l’obiettivo le loro stesse mani. Ciò è chiaramente un elemento di disturbo, a meno che non si voglia dare peso alla stessa azione di gesticolare.
Per quel poco che può valere, a mio avviso sei un cameraman piuttosto attento e meticoloso, hai le conoscenze tecniche per risolvere problemi di carattere tecnologico e hai un buon occhio per la fotografia e la composizione dei quadri.
Però ovviamente l’esperienza viene con il tempo e con la pratica. Io non sono assolutamente esperto nel campo, ma qualche consiglio posso dartelo:
1. Lo spazio al di sopra delle teste viene chiamato “aria” e non “cielo” te lo dico in caso tu ti trovassi a lavorare con qualcuno e si riferisse alla cosa con il termine classico.
2. La simmetria non solo è sconsigliata, ma non è utilizzata molto come riferimento tranne che in pochi casi. E’ spesso utilizzata per rendere l’effetto “inquietante” guarda The Scretary con James Spader e poi dimmi. Per costruire l’inquadratura invece si usano spesso le diagonali, vale a dire che si guarda nella diagonale ideale che attraversa il campo quali sono gli oggetti che ci si ritrovano disposti e quali sono i colori che compaiono. Una buona diagonale spesso coincide con una buona inquadratura. Resta di fatto che organizzare il set in modo che ci siano questi elementi è un lavoro che vede affiancati scenografo e direttore della fotografia, più che il cameraman in sé.
3. I movimenti irregolari vanno bene, ma devono mantenere stabile la luce e la fluidità del movimento. La cosa importane è mantenere la coerenza, più che la stabilità dell’immagine. Una scena “tutta mossa, ma allo stesso modo” può essere facilmente una buona scena.
4. Un operatore ha la responsabilità della realizzazione della scena. All’inizio delle poche lezioni che ho fatto, l’operatore maestro ci ha detto “Nel cinema, prima o poi con questa dovete farci i conti” e batteva la mano sulla camera. Quello che conta è il controllo del corpo, sapere come cambia l’immagine se si sposta il peso del corpo (con handycam) e la perizio nell’usare tutti gli strumenti del caso, dai dolly alle steady. Io spero ci lavoreremo prestissimo, così facciamo pratica un po’ tutti.
Ti consiglio anche, in ogni caso, di guardarti un minimo di teoria dei colori. Non dico di leggerti il libro di Storaro, ma guardati le basi di fotografia, cerca di chiederti il perché delle disposizioni quando guardi immagini o vedi i film. A mano a mano molte riflessioni le farai anche da solo.
Scusa se sono stato prolisso…
Accipicchia, Ali, non sapevo ti stessi occupando di cinema anche dal punto di vista tecnico… Complimenti!
Magari sono amica del futuro Pasolini e non lo sapevo 😉
Stai seguendo un corso specifico?
In bocca al lupo e tienici aggiornati!
Bye bye!