“Nana” tv

Rovistando tra vecchie carte, ho trovato un fogliolino sul quale avevo preso appunti in merito agli elementi vincenti di questa serie televisiva (comuni peralto al manga).
Scrivere una recensione completa sarebbe un lavoro titanico per il numero di aspetti da valutare, d’altro canto il mio diario recensivo è la sede ideale per fissare bene (anche schematicamente) quelle peculiarità che valorizzano la serie tv di Nana rispetto alle centinaia di commedia omologhe che affollano il mercato nipponico degli anime.
Ecco qua i miei brevi appunti. Tra parentesi la spiegazione comprensibile di quello che volevo intendere con la formula originale.

– Abbasso i personaggi “furbi”. (Per “furbi” intendo quei personaggi pseudogiovanili per stile, aspetto o comportamento sregolato posti nella narrazione solo per immagine ed attrattiva nei confronti del lettore, invece che per una reale appartenenza alla vicenda. Ho sempre trovato tali personaggi un artifizio veramente squallido… In questo caso la caratterizzazione è curatissima, quindi anche se i personaggi giovanili ci sono, la caratterizzazione all’ennesima potenza è in grado di circostanziare qualunque forma di loro comportamento o di apparenza sregolata.

– Regia scoppiettante e dinamica. Dualità serio / scherzoso mai vista. (Ovvero, i momenti ricchi e caricatissimi di pathos sentimentale ci sono e sono veramente tanti, ma per non far scadere la scena nel patetico si interviene di getto con l’elemento umoristico, che acquisisce quindi una doppia valenza, in un’alternanza di toni a frequenza elevatissima. Per ciò si parla di ritmo e di regia dinamica).

– La storia delle coincidenze è una trovata geniale. (Ovvero, la questione del nome comune e della ricorrenza del numero 8 è una coincidenza narrativa forzatissima avanzata per intrinseche esigenze di spettacolarizzazione dello script, ma il fatto che gli stessi personaggi abbiano consapevolezza di tale coincidenza, e che tale elemento costituisca un movente per il comportamento degli stessi, non solo giustifica qualunque forzatura narrativa, ma anzi, la valorizza doppiamente).

– Bello che episodi non abbiano titolo (solo un numero identificativo. In fondo, a cosa serve il titolo di un episodio?).

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