“Giovanni Adilardi”

Che possa mai servire o meno, il mio nuovo personaggio per “Call of Cthulhu” è qui, vivo, in carne ed ossa e vegeto.
Ovviamente un banale background descrittivo non faceva per me.

31 Ottobre 1902.

Caro Zio,
vi riverisco. Se riceverete questa lettera vorrà dire che sarà andato tutto bene e che il tesoro di mamma sarà arrivato sotto le vostre cure. Affrontiamo l’attesa del viaggio con il cuore in mano ed il rosario in pugno, fiduciosi nelle vostre disposizioni e nella vostra grande mano.
Vi saremo eternamente debitori per quello che state facendo, per esservi offerto di curare il piccolo Giovanni e di dargli un’istruzione come si deve. Separarci dal piccolo è un grande dolore, ma sappiamo che non gli farete mancare niente… Dategli un ultimo grande bacio da parte nostra ed ogni tanto parlategli di noi. Ancora grazie di tutto, vi riverisco con un inchino e tutta la nostra gratitudine,

Mamma Adele

La lettera venne stracciata ed i quadratini posti su un posacenere, dove la fiamma di un prezioso accendino d’argento con lo stemma della famiglia Adilardi ne cancellò una volta per tutte ogni traccia.

Estratto del BOSTON GLOBE:
25 Maggio 1914 – Boston.
Sono stati ritrovati ieri i corpi dei due giovani scomparsi nel corso della sera del 22 Maggio. I due rispondono ai nomi di Patrick Boyle di anni 18 ed Elise O’Riley di anni 19. Il primo presenta evidenti e ripetuti segni di percosse, la seconda riporta manifesti ematomi all’altezza del collo che fanno pensare ad uno strangolamento. Per un rituale macabro e dai risvolti ancora incerti, le spoglie dei due sono state a tutti gli effetti riconsegnate alla madre del ragazzo, che le ha trovate avvolte in due lenzuoli bianchi sul pianerottolo della scala condominiale, al momento di uscire di casa per recarsi a lavoro. Accorsi per le grida della signora, i vicini ed alcuni ospiti dello stabile hanno immediatamente chiamato la polizia. I due giovani mancavano da casa da tre giorni e non avevano più dato notizia di sè a seguito dei festeggiamenti tenuti per il conseguimento del diploma. Considerati perlopiù dei bravi studenti ed onesti lavoratori, non erano comunque estranei a fughe improvvise di questo tipo: in altre circostanze si erano allontanati di casa a seguito di quelle che si erano sempre risolte come delle comuni bravate. Gli investigatori stanno attualmente interrogando tutti le compagnie più strette dei due, considerati amici inseparabili, nella speranza di comprendere la ragione ed il movente di un gesto tanto efferato rivolto quasi certamente dalla malavita organizzata a due famiglie apparentemente senza nemici.

Caro Zio,
vi riverisco. Sono qui a ringraziarvi in primo luogo dell’inatteso regalo che mi avete dedicato per il diploma ed, a seguire, di tutto ciò che avete avete fatto per me dal mio lontano arrivo a Boston. Mi avete preso che ero bambino senza un posto dove andare o un pasto da consumare e mi avete offerto l’ospitalità di una grande casa, calda ed accogliente, occupata da persone austere mal dal buon cuore. Ma voi, Zio, avete fatto molto di più: mi avete dato qualunque cosa un bambino possa sognare e rivolto il più grande dono che io potessi chiedere di avere, il vostro affetto, l’affetto di un padre. Non ve l’ho mai detto, ma anche se il legame di sangue che ci unisce è debole, mi sono sempre sentito vostro figlio: sono sempre stato fiero di portare il vostro nome, e mi sono sempre impegnato al massimo per esserne meritevole ai vostri occhi, per rendervi fiero di me, per ripagarvi nel modo in cui potevo delle cure che mi avete sempre rivolto. Ed ebbi veramente paura del vostro sguardo solo nel corso dell’unica volta che rimembro di essere stato ripreso da voi: vi ricordate quando ruppi la teca di quel libro al quale tenete tanto? Tuttavia, anche se avervi fatto alterare fu per me un grande dolore, la signora Emilie mi spiegò che se mi avevate sgridato con tanta enfasi era solo per manifestarvi il vostro affetto e trasmettermi l’insegnamento del rispetto dei valori altrui. Vi ringrazio per l’educazione che mi avete impartito, per lo sprone ad andare avanti nei momenti difficili e per avermi dato una parola di conforto quando necessaria senza chiedere nulla in cambio, senza fare domande e cercare spiegazioni. Spiegazioni delle quali forse non avevate bisogno: il cielo solo sa attraverso quanti occhi e quanti orecchi mi abbiate conosciuto molto meglio di quanto mi conoscessi io stesso.
Come forse avrete immaginato trovando questa lettera, con la conclusione del cammino scolastico abbandono la vostra grande casa e prendo ultimo congedo da voi. Non so se mi cercherete, tuttavia questo ora non ha importanza: l’unica cosa che in questo momento occupa i miei pensieri è la morte di Patrick ed Elise, della quale sono certo siate a conoscenza. Patrick in questa circostanza avrebbe detto: “Vai da tuo Zio e, per la prima volta in vita tua, chiedigli volontariamente un gesto d’affetto”. Elise invece avrebbe borbottato qualcosa come “Sei ancora uno stupido moccioso che non sa guardare avanti!”. Ma avrebbero avuto torto entrambi, Patrick in primo luogo: di fronte ad alcune azioni non esiste la comprensione, non esiste il perdono. Si può chiedere a se stessi il perchè, pur sapendo che trovarne uno non potrebbe in ogni caso cambiare il corso degli eventi. Ed è per questo motivo che considero spenta una volta per tutte la fiamma di un qualsivoglia legame con voi. Patrick ed Elise hanno pagato un prezzo troppo alto per essere state le persone con le quali ho condiviso il cambiamento di una nuova città e di una nuova vita, un prezzo che voi avete stabilito e che non posso accettare esser stato saldato da degli inconsapevoli innocenti. Un prezzo che qualunque ulteriore spargimento di sangue nella mia e vostra vita, mi rendo conto, non potrà ripagare equamente. Ma voglio dirvi una cosa; nonostante ciò che è successo, manterrò il vostro nome e farò ‘sì da onorarlo, questa volta nel modo che io ritengo più giusto per me stesso: contro di voi. Caro Zio, questo non è un addio, bensì un arrivederci, ma posso solo credere che la prossima volta che ci incontreremo di nuovo sarà l’ultima. L’ultima per me se Iddio vorrà, ma certamente l’ultima per Voi.

Vi riverisco un’ultima volta,
Giovanni Adilardi

La lettera venne stracciata ed i quadratini posti su un posacenere, dove la fiamma di un modesto cerino ne cancellò una volta per tutte ogni traccia.

Estratto del BOSTON GLOBE
25 Maggio 1925 – Boston.
E’ andata a fuoco ieri notte la piccola tipografia Carmichael di East Boston. L’incendio è divampato verso le ore 2:30 ed ha diffuso la paura tra gli occupanti dei palazzi limitrofi e creato numerosi disagi nel quartiere. Per quanto tempestivo, l’intervento dei Vigili del Fuoco è stato solamente in grado di contenere l’avvampare delle fiamme che, forti delle riserve altamente infiammabili dell’attività, hanno continuato a rischiarare il cielo della città per tutto il corso della notte. Solamente nella tarda mattinata successiva gli incessanti sforzi del terzo distretto pompieri hanno permesso infine di domare l’incendio e di sedarlo una volta per tutte alle ore 10:24. Il bilancio della disgrazia è stimabile in migliaia di dollari per la quasi completa distruzione dei locali e dei materiali contenuti nella tipografia, ma limitato da un punto di vista di perdite umane: si contano 4 feriti perlopiù lievi tra vigili del fuoco e inquilini dei palazzi limitrofi ed altri due feriti, i due guardiani, versanti in condizioni più gravi, gli unici occupanti della tipografia nel corso dell’orario di chiusura notturna. Le condizioni dei due addetti alla sicurezza rimangono in prognosi riservata. Gli inquirenti sono già al lavoro per scoprire se si tratti a tutti gli effetti di un incidente o se l’incendio possa avere origini dolose, tesi avvalorata dal ritrovamento di alcuni presunti indizi. Voci ufficialmente smentite dalle forze dell’ordine vogliono la pista principale delle indagini improntata a partire dalla scoperta di un accedino vicino ad uno degli ingressi posteriori della tipografia. Il signor Carmichael, giunto nel corso della notte per seguire di persona lo sconfortante destino della sua attività ed intervistato in anteprima dai nostri inviati, esclude categoricamente qualunque forma di regolamento di conti o di implicazione malavitosa nel possibile gesto di danneggiamento, ritenendo più probabile la tesi dell’azione non premeditata da parte di uno o più squilibrati. Ulteriori aggiornamenti nel corso della prossima edizione.

Un sentito ringraziamento a Nick per la bella immagine e per tutto l’aiuto fornito in fase di stesura del pezzo.

2 Commenti a ““Giovanni Adilardi””

  1. Lelir scrive:

    Bravo, Ali, mi è proprio piaciuto!
    Il racconto proseguirà in maniera epistolare? Mi ricorda Dracula, il romanzo, che rileggo ogni tanto e che mi piace ogni volta di più.
    Ma cosa sono i Racconti di Chtulu? Il nome mi dice qualcosa, ma non riesco a collocarlo…
    In ogni caso, continua a scrivere, spero di poter leggere il seguito 😉
    A proposito di scrivere, appena rimetto ordine nel cervello, rispondo all’email in maniera decorosa, ora sono troppo rimbambita dal lavoro ^^;
    A presto e buona giornata!

  2. Ali scrive:

    Scusa il ritardo Comandante!
    Mi spiace deluderti, ma tecnicamente no, non è previsto che il racconto prosegua. Anche perchè non si tratta di un vero e proprio racconto, quanto la narrazione romanzata del background del mio nuovo personaggio da interpretare per il Gioco di ruolo del “Richiamo di Cthulhu”.
    La dicitura “Racconti di Cthulhu” può essere usata per identificare tutta la serie di storie scritte dal maestro dell’horror H.P. Lovecraft nel corso di inizio secolo. “Call of Cthulhu” è generalmente ritenuto il racconto più significativo (non il più bello) tra essi, da qui il nome collettivo. Mi suona veramente strano che tu ne sapessi nulla, sfido che il nome ti dica qualcosa… Ed in ogni caso, conoscendoti, ti consiglio vivamente di leggere qualcosa: dovresti avere delle belle sorprese.
    Per la mail, quando vuoi: io son sempre qui. A presto!

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