Quando mancano film di vero interesse, o magari quando essi sono tutti visti, è per una sorta di riflesso incondizionato che oltrepasso la soglia del cinema.
Ho visto “Doomsday” di Neil Marshall. E “Narnia – Il principe Caspian” di Andrew Adamson.
Le due pellicole non hanno niente a che vedere l’una con l’altra: la prima è una sorta di variante del classico film inglese sul contagio del virus che trasforma in zombie. In questo caso non ci sono zombie, ma i sopravvissuti hanno formato bande metallare alla Mad Max oppure, sull’altro piatto della bilancia, hanno costituito cellule sociali di impostazione medievale, stile Highlander (o “Il regno del fuoco”).
Il secondo film è un normale fantasy del tutto sulla falsariga de “Il signore degli Anelli”, con qualche idea in stile vagamente “Harry Potter” (quattro studentelli terrestri che incarnano il ruolo di salvatori predestinati per la sopravvivenza di Narnia).
Come dicevo, i due film non hanno niente in comune, ma anzi divergono su tutta la linea, anche in termini di qualità della narrazione.
“Doomsday” difetta fondamentalmente di originalità e si caratterizza in tutto come un fumettone: ambisce senza pretese a portare in scena delle solenni scazzottate e dei rocamboleschi inseguimenti senza particolari risvolti di trama. Manca di realismo, ma con uno script così semplice tutto può essere concesso. A parte il fatto che nelle due scene più cinetiche di combattimento non si capisca un emerito accidente, come ha sottolineato il mio collega, il film è “onesto”, senza veri punti di forza, ma anche senza particolari cadute di stile o aspetti malevolmente poveri.
Da questo punto di vista, e qui emerge il collegamento, “Narnia” è il complementare perfetto.
A livello visivo, gli elementi stucchevoli si sprecano: i quadri sulla camminata in perfetta formazione dei quattro protagonisti occupano il 50% del primo tempo, i rallenty per i combattimenti, le corse, o altri gesti plateali prendono invece il 50% del secondo tempo. L’effetto Nazghoul (quadro fisso sul personaggio con sfondo che si stringe) è abusato in una scena tripla di circa 6 secondi. I costumi sono stati riciclati da “300” in modo quantomeno palese.
Oltre alla produzione, poi, ci sono tanti altri aspetti contro i quali puntare il dito: contro il doppiaggio di Edmund, che è stato portato a termine, in maniera piuttosto evidente, mentre il piccolo Mattia Ward era ubriaco (non vedo altra spiegazione per la performance così disastrosa di un Ward).
E parliamo della trama che non torna, o che lascia aperti dei buchi clamorosi (il leone… ma ‘sto cavolo di leone… ma che caspito ha avuto da fare per tutto il film mentre i suoi protetti stavano raccogliendo tutte quelle risolate? Ma non si è trovato niente di meglio che una frase fatta del tipo “le cose non sono sempre come sembrano” per tappare questa falla? Ma va a da vi…). O parliamo del fatto che “Il signore degli anelli” sia stato praticamente fotocopiato: lo scontro tra eserciti, combattuto tramite catapulte e alberi animati, forse ha qualche vaga rimembranza. Quello che non lascia adito a dubbi è l’inondazione magica che travolge l’esercito dei cattivi. O, ancora, aquile e grifoni utilizzati come mezzo di trasporto per l’attacco silenzioso alla fortezza…
Concludo, visto che la quantità di carenze parla da sola, ma in realtà ci sarebbe ancora tanto cui far cenno (una strana e quantomeno forzata casualità degli eventi, l’introduzione di alcune sequenze vagamente spettacolose, ma del tutto inutili e gratuite).
Il solito commentino personale: e pensare che ritenevo una carenza il fatto di non aver visto il primo “Narnia”.
Che coraggio… Hai visto Caspian! Ammetto che, molto probabilmente, non capirò mai il successo di Narnia (i film), mentre il romanzo – anzi, i romanzi – non li ho ancora letti. Dato il successo che raccolgono presso i cristiani, però, non credo mi entusiasmeranno… Vabbe’, un altro dei miei pregiudizi da scettica, temo ^^;
Se vuoi farti due risate con un film d’animazione pieno di dialoghi carini e azione esagerata ma non pacchiana, vediti Kung Fu Panda 😀
Resistiamo e speriamo che l’autunno porti film più corposi.
…Bye bye!
Io non lo chiamerei coraggio, quanto masochismo.
In merito ai libri, se sono fedeli ai film quanto mi hanno detto, non credo sarò mai invogliato a leggerli. A chi dicevi dei pregiudizi? 🙂
Ho visto anche Kung-fu Panda (carinissimo), ma a parte il fatto di essere avanzatissimo tecnicamente non presenta veri aspetti peculiari, innovativi o di rottura, quindi non avevo grandi cose da scrivere nel recensirlo.
L’autunno porterà sicuramente film più corposi: aspetto a gloria “Burn after reading” e soprattutto Miyazaki’s “PONYO”. Tanto di cappello.
A presto.