“Batman – The Dark Knight”

Torniamo a parlare di cose “serie”.

Ho visto “Batman – The Dark Knight”.

Oltre che da parte mia, si è parlato molto questi giorni d questa pellicola, soprattutto per l’Oscar postumo a Heath Ledger. Oscar meritatissimo, anche se non si sa quanto obiettivo. Meritatissimo perchè l’antagonista di questo nuovo capitolo dell’uomo pipistrello riempie lo schermo, ed in buona parte è esattamente merito della mimica dell’interprete. Eppure sono venute grandi cose anche da chi ha scritto la sceneggiatura: il personaggio è credibile nelle sue folli motivazioni, ha una vera caratterizzazione -anche coerente nel corso del film- ed è decisamente anticonformista nel ruolo del cattivo, cosa che non guasta mai. Fortunatamente non ci si è limitati a curare solo Joker: benchè con risvolti meno efficaci in termini assoluti, anche Bruce Wayne ha goduto della sua buona dose di umanità, per non parlare di Harvey Dent, Lucius e Rachel.
Qua e là, sono sapientemente sparse anche molte buone idee per smorzare il tono superoistico della trama: di grande interesse il dialogo di Gordon in cui rivela la sua consapevolezza di esser costretto a fare del suo “meno peggio”, circondato da una polizia che del ruolo di tutrice della giustizia conserva ben poco.
Anche il cammino di Dent verso la degenerazione è credibile.
Insomma, si potrebbe continuare a lungo. Devo tuttavia constatare che anche se solo in un paio di punti, talvolta abbiamo oltrepassato il limite del credibile. Fortunatamente, si è trattato di dettagli poco significativi nei confronti della sfera dei personaggi (la più importante).
1) La moto che inverte la traiettoria contro i muri.
2) Il mega sonar con tutti i cellulari della città.
Quest’ultima in particolare è un’invenzione non solo poco credibile, ma soprattutto degna dell’oggetto magico che è in grado di risolvere in modo gratuito qualunque situazione di qualunque forma di trama.
Del tutto fuoriluogo.
Niente da dire in merito a regia e fotografia: curate ed efficaci entrambe, portano ottimamente in scena l’azione senza rimpianti di sorta.
Ultima nota all’adattamento italiano: ancora niente da dire per qualità delle traduzioni o del doppiaggio, ma Claudio Santamaria continua a risultare del tutto inadatto per Bruce Wayne.

Ok, fine della parte obiettiva. A seguire la parte goliardica.

Vorrei proprio sapere chi è che ha parlato di “capolavoro” nei confronti di questo “Batman”.
E devo fare una bella lavata di capo ad un mio amico secondo il quale questo film può competere addirittura con “American History X”.
E questa pellicola di supereroi sta davanti a “Pulp Fiction” nella classifica di IMDB?
In tutti e tre i casi: ma stiamo veramente scherzando?

Prima di tutto, a mio parere, quando si usano certi termini di valore assoluto, il film dovrebbe essere QUANTOMENO esente da difetti (ritenuti) di una certa consistenza, condizione che nella prima parte abbiamo già osservato venire a mancare.

In secondo luogo (la metto qui, perchè questa è una considerazione personale) la crisi di coscienza di Bruce Wayne è un affascinante dettaglio di caratterizzazione ma, al fatto che Batman si ritiri dalla scena, francamente non ci ha creduto nessuno per un solo e misero istante. Ed infatti ecco l’eroe mascherato ritornare sui suoi passi…
Ancora, sempre da un punto di vista soggettivo: ho del tutto mal tollerato la dose di buonismo con la quale è condito il finale. Parliamoci chiaro, che non esploda nessuna delle due barche è una menzogna totale in termini di verosimiglianza, patetica e politically correct, e più che altro una romantica forzatura per condurre narrativamente l’antagonista (Joker) alla sconfitta.

Tuttavia, ed in questo tutte le considerazione precedenti perdono significato, c’è ancora una grave lacuna che manca a questo film perchè possa aspirare al massimo titolo raggiungibile da un’opera cinematografica: lo stile. L’estro narrativo o cinematografico. Il genio. Quel modo di essere un film immediatamente riconducibile ad un autore, quel manierismo che è più forte di qualunque firma nei titoli di coda.
Un esempio concreto: questo Batman è tecnicamente confezionato benissimo, ma rispetto anche solo al primo film di Tim Burton perde sonoramente ai punti della voce ambientazione, voce alla quale solo un fantasista come Burton aveva saputo dare la tanto marcata unicità narrativa che conosciamo.
Fate tornare quest’ultimo regista a dirigere “Batman”, poi magari “ne riparliamo di capolavori”.

12 Commenti a ““Batman – The Dark Knight””

  1. Lelir scrive:

    Sai che proprio in questo periodo stavo girando intorno a The Dark Knight, chiedendomi se valesse la pena affittarlo? Dalla tua recensione capisco bene che non è una pietra miliare del cinema, ma non mi sono mai aspettata tanto da questo genere di film, però mi sembra che valga comunque le due ore della visione, perché non dovrebbe essere – come usiamo dire a Roma con la consueta finezza – una ‘cagata’ colossale.
    Dopo aver subito la visione dell’ultimo Indiana Jones, che mi ha ispirato istinti omicidi nei confronti di chiunque vi abbia lavorato, sono scettica verso gli ultimi successoni di cassetta, quindi il tuo giudizio spassionato e severo, ma non del tutto negativo, nei confronti dell’ultimo Batman mi ispira una certa fiducia nei confronti di questo film… Vedremo.
    A proposito di pellicole da cui tenersi alla larga: ti consiglio di evitare come la peste 30 Giorni di Buio – sconclusionato, incoerente, personaggi ridicoli senza uno straccio di caratterizzazione; insomma, un film assolutamente inutile, a mio modesto, e soprattutto moderato, giudizio ^^;
    Ti lascio, tra un po’ vado a finire di rompermi i reni in palestra O.O
    Buona giornata e…
    Bye bye!

  2. Ali scrive:

    Mettiamola così: questo “Batman” è certamente il miglior film di supereroi degli ultimi anni, quindi se ti sono piaciuti i vari “Uomo Ragno” o “X-Men” dovresti trovare lo show abbastanza godibile. Di controparte, è solo il miglior film del genere dei supereroi e niente più.
    Chiarissimo, no?
    Per quanto riguarda “Indiana Jones”, non ne ho scritto niente qui su VFP, ma l’ho visto e francamente non mi è del tutto dispiaciuto. A mio parere solo il finale è criticabile, non tanto da un punto di vista tecnico, quanto nelle scelte narrative: lasciamo alieni e dischi volanti a Chris Carter e ad X-Files, per favore.
    Di zombie e vampiri ne avrei le scatole piene, invece, perchè in decine di film a tema che ho visto negli ultimi tempi solo l’ultimo Romero e “l’Alba dei morti Dementi” si salvano per non banalità dell’uso del soggetto. Pertanto…
    Buona (nuova) giornata anche a te. A presto.

  3. Fabio13 scrive:

    Complimenti per il post, io ammiro la tua bravura nello scrivere recensioni. Avrei proprio bisogno di un corso accelerato di recensione, visto che le mie di CD musicali fanno veramente pena (per fortuna, in questo periodo, di dischi interessanti non ce ne sono molti).

    Venendo all’argomento del post, ammetto che i film di supereroi mi rimangono abbastanza antipatici, a parte qualche eccezione. Ottimi per passare il tempo ed emozionarsi davanti a qualche effetto speciale, ma certo non da definirli capolavori.

    Film come questi sono relativamente “facili” perché già il concetto di “super-qualcosa” ti consente di giustificare svolgimenti non molto verosimili. Per questo continuo a preferire i classici film d’azione, magari un po’ vecchiotti come i James Bond di Moore e Connery, l’Indiana Jones dell’ultima crociata.

    Ciao!

    PS: Ancora non ho avuto il coraggio di guardare il nuovo Indy.

  4. Lelir scrive:

    A proposito di zombie (scusate l’OT), il tema è ormai abusato, ma un paio di film inglesi (28 Giorni Dopo e 28 Settimane Dopo) si salvano abbastanza, secondo me, anche se non ne vado pazza.
    I film sui super eroi non mi dispiacciono (tranne quelli su Flash – credo fosse lui – ed Elektra, cui avrei dato fuoco senza rimorsi), così mi sono ‘procurata’ Il Cavaliere Oscuro e me lo gusterò (spero) con il mio dolce doppio, anche lui scettico su questo genere di filmi.
    Ali, spero di non averti offeo con il mio giudizio al vetriolo sull’ultimo Indiana Jones, ma proprio perché avevo apprezzato i primi episodi della serie, quest’ultimo mi ha particolarmente delusa; ma stiamo sempre lì: i gusti son gusti, e scusa il qualunquismo 🙂
    Buona serata e a presto
    E

  5. Lelir scrive:

    Ho visto Il Cavaliere Oscuro e non ho ancora capito se mi piace o meno.
    Secondo me è troppo lungo, manca di un po’ di sana sintesi che, a mio modesto parere, non avrebbe guastato allo svolgersi della trama. Il buonismo delle due barche inesplose è stato quasi caramelloso e un po’ fuori luogo; il personaggio di Harvey Dent poteva essere sviluppato meglio; Bruce Wayne ha lo spessore di un foglio visto di lato, mentre Joker è un po’ più sostanzioso, grazie all’interpretazione di Ledger (o come si scrive) che ha espresso molto bene la follia pura del personaggio. Insomma, non mi è dispiaciuto come film, ma francamente non mi aspettavo moltissimo, quindi mi ritengo soddisfatta.
    Che voi sappiate sono in programma altri film su Batman?

  6. Ali scrive:

    Vai così comandante, che io ti appoggio su tutta la linea! Alla fin fine siamo d’accordo sulle questioni più importanti del film, comunque, se ci fosse bisogno di dirlo, ti esorto a continuare ad usare anche il vetriolo ove ritenuto necessario: PRETENDO che chi partecipa a discussioni di questo tipo esprima come meglio crede ciò che del quale è convinto. L’unica cosa da tenere di conto, e che io sono il primo molto spesso a dimenticare, è, casomai, che il mondo non è mai bianco o nero.
    Per quanto riguarda Indy, sapevo che non avrebbero mai pareggiato il conto con i film di vent’anni fà, sarà per questo che ho cercato di mantenere una linea di giudizio assertiva nella visione della pellicola.

    @ Fabio: che il super-qualcosa possa giustificare svolgimenti non molto verosimili è assolutamente certo, ma non sono del tutto d’accordo sul fatto che questo renda più facili questi film. 20 anni fa poteva essere così: davi 4 fustini di detersivo a quattro cabarettisti e quelli erano i Ghostbusters. Oggi il punto di vista del pubblico è molto più “consapevole”: sta molto più attento alla verosimiglianza di molti meccanismi narrativi (e ti garantisco che non c’è niente di più difficile che veridicizzare con efficacia ciò che è invece del tutto fantasioso). Che poi non sappiamo discernere tra vincitori e vinti, premiando i film degni di questo nome piuttosto che le tamarrate pseudo-fantascientifiche, questo è un altro discorso.
    Comunque si, anche io preferisco diversi film di azione di stampo classico agli iper-fracassoni action movie dell’attuale panorama. Rispondimi, ‘che mi sembra un argomento interessante da trattare. ^_^

    P.S. “28 giorni dopo”: visto. Nient’affatto scadente, ma caratterizzato dal più completo anonimato.

  7. Fabio13 scrive:

    > Oggi il punto di vista del pubblico è molto più “consapevole”
    Insomma, non è che tutti quelli che vanno a vedere un film poi ne fanno un’analisi accurata come la tua, spesso sono più attratti dall’apparenza che dalla qualità in genere.

    > non c’è niente di più difficile che veridicizzare con efficacia ciò che è invece del tutto fantasioso
    In X-Men ti dicono che c’è stata una mutazione genetica e una “tipa bluastra” può assumere l’aspetto di chiunque, è ovvio che un espediente del genere ti permette di creare un sacco di colpi di scena (pensi di parlare con “tizio” e Sim Sala Bim compare la “tipa bluastra” che…). Tutto ciò è fantasioso, verosimile e pure spettacolare, ma fare qualcosa di altrettanto spettacolare senza tirare in ballo mutazioni, raggi gamma, morsi di pantegane radioattive (o erano ragni???) è un po’ più difficile (IMHO).
    Ad esempio il Bond di Moore non aveva niente di super, anzi in genere le prendeva, per fortuna era abbastanza astuto da uscirne sempre.

  8. Ali scrive:

    > ma fare qualcosa di altrettanto spettacolare senza tirare in ballo mutazioni, raggi gamma, morsi di pantegane radioattive (o erano ragni???) è un po’ più difficile (IMHO).

    Certo che lo è, ma nessuno “gioca” più in questi termini: il realismo puro è morto e sepolto da un pezzo, quindi come termine di paragone non è accettabile.
    Negli ultimi 007, James Bond ha pareggiato il conto con gli X-Men: la sua Aston ha radar, missili e milioni di altre diavolerie elettroniche. Il suo orologio ha tante di quelle funzioni che nemmeno McGyver in mille anni potrebbe anche solo pensare. In qualunque genere anche realistico oramai è tutto spostato sul verisimile: in Fast&Furious le Dodge Charger impennano, in Torque le moto da corsa vanno in fuoristrada, nei polizieschi le armi sparano milioni di colpi senza scaricarsi ed una 357 Magnum ha la capacità di perforazione di uno Stinger. Nei film sull’informatica, improbabili hacker riescono ad ottenere il controllo dei satelliti passando per la rete elettrica e poi da quella cellulare. Anche le radiazioni che hanno generato Mystica sono un gioco di verosimiglianza. Tuttavia, anche 60 anni fa Godzilla era diventato il gigante mostruoso che conosciamo per colpa delle radiazioni, ma la gente comune aveva solo una vaga idea di cosa fossero le radiazioni. Il distacco tra la realtà e la fiction era tanto più marcato, perchè in ogni caso l’individuo comune non aveva il metro per misurarlo, e quindi tendeva ad accettarlo comunque. Il meccanismo adesso si è molto riproporzionato, ed è vincolato dalla visione verosimile che abbiamo della realtà tecnologica che già ci circonda: prova tu a dare il teletrasporto di Star Trek a Batman, si formerebbero fila di invasati pronti a radere al suolo i cine-studios.

  9. wido scrive:

    Riguardo al film non ho niente da dire, a parte il fatto che non mi piace il genere. Tuttavia visto che questo “blog” sembra sempre più una “chat” mi permetto di entrare nel discorso.Il discorso sulla verosimilità non lo farei nei termini espressi.

    Quello che poteva sembrare credibile al grande pubblico di vent’anni fa, magari oggi appare ridicolo, ma non perché il grande pubblico sia diventato più consapevole, bensì molto più semplicemente perché ha la mente ingolfata da nuove chimere e si è dimenticato(e sottolineo dimenticato) di quelle vecchie. Oggigiorno probabilmente un film su quattro tizi che prendono i fantasmi con gli aspirapolveri non sarebbe ben accolto da pubblico e critica, infatti i fantasmi non vanno tanto di moda e tutti sono consci di non essere mai riusciti a catturare un ectoplasma col superaspirapolvere Hoover (o Rowenta) che tengono nel sottoscala; tuttavia ciò non impedisce che “Il mistero dei Templari” sia un successo al botteghino e che mezzo mondo vada a vedere Nicolas Cage che si mette a cercare il (fantomatico) tesoro di un ordine cavalleresco medievale in Wall Street, usando come mappa la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti. E che poi ci facciano pure un seguito che riesce ad avere ancora più successo(“il mistero delle pagine perdute”). Inutile dire che vent’anni fa, se qualcuno avesse presentato ad una major la trama di un film che prevedeva la presenza del tesoro dei templari in una camera segreta costruita da Benjamin Franklin centinaia di metri sottoterra nel bel mezzo di Wall Street, gli avrebbero riso (e qualcuno pure sputato) in faccia.
    Tornando ai supereroi, sono d’accordo con l’affermazione che siano un espediente narrativo per presentare, senza sforzarsi troppo, fatti straordinari e stupefacenti. Il problema è che questi film (e fumetti e libri) tendono a presentare fatti sempre più straordinari, circostaziandoli e motivandoli sempre meno, abbandonando ogni forma di coerenza e quindi di verosimiglianza. E siccome non c’è niente di nuovo sotto il sole, tanto per tornare a criticare gli accrescimenti di consapevolezza ;-), è bene ricordare che questo dilemma di coerenza da superpoteri lo affrontò già Mandrake più di settant’anni fa.

    P.S.: il Batman di Burton l’ho visto su sky ed ha un certo stile, come tutti i film di Burton del resto, ma di certo non è il migliore dei suoi.

  10. Ali scrive:

    “Sempre meno” rispetto a cosa? A se stessi?
    Tanto per ribadire gli accrescimenti di consapevolezza ;-), ti invito allora a fare un confronto dal punto di vista della verosimiglianza e del circostanziamento tra “Batman” nella forma di questo “Dark Knight” e nella forma di “The Movie” del 1966, tenendo presente il successo riscosso dall’uno e dall’altro. Parlano da soli.

    In secondo luogo, il dilemma da superpoteri di “Mandrake” fu appunto affrontato e risolto nel modo più difficile di uscirne, ma non credo che il movente di questa scelta fosse l’autolesionismo di Falk.

    P.S. A mio parere il miglior Burton è “Edward Mani di Forbice”.

  11. NeXuS scrive:

    Uhm… sono d’accordo con te, ma credo che tu dimentichi una cosa: Batman (come gli X-Men, Superman, etc.) e’, prima che un film/serie di film, un fumetto. E non un fumetto qualsiasi, ma un fumetto supereroistico.

    Che senso ha chiedere “realismo” (quantomeno troppo realismo) da un fumetto (seppur con attori in carne ed ossa)? Vogliamo metterci a discutere del realismo che avrebbero gli Eva nel film di Evangelion? In confronto a quelli il sistema super-radar sulla rete cellulare sembra essere il minore dei problemi… ^^

    Sono comunque rimasto estramamente colpito (in maniera positiva) dal quell’incredibile versioen del Joker che e’ tanto umano quanto fumettosamente “villain”.

  12. Ali scrive:

    Questo “The Dark Knight” è un film e come un film deve essere giudicato, soprattutto in base alle regole che si è auto-imposto (il realismo). Poco importa da dove sia tratta la vicenda…
    Comunque, super-radar a parte, questo “Batman” dal punto di vista della verosimiglianza a me è piaciuto molto, quindi non è che siamo molto in disaccordo.

    Per quanto riguarda “Evangelion”… ma basta! Cosa c’entra “Evangelion” adesso? Nella sua forma di film poi (che devono ancora girare)… Possiamo rimandare qualunque discussione attinente lo stesso a DOPO la visione della pellicola? Non vedo proprio come si possa argomentare intelligentemente solo in base a delle aspettative…

Lascia un Commento

Devi aver fatto il login per inviare un commento